La fragolicoltura specializzata si avvale da tempo della fumigazione del suolo prima della piantagione, in particolare nelle aziende dove non è possibile effettuare avvicendamenti colturali (il ritorno frequente sullo stesso terreno della stessa coltura causa accumulo di fitofagi e parassiti). Fino a poco tempo fà il bromuro di metile era la sostanza attiva alla base di quest’attività colturale. Gli effetti positivi sulle piante della fumigazione dipendono sostanzialmente dall’abbattimento del potenziale di inoculo dei principali patogeni del terreno (Pythium, Phytophthora, Verticillium, Rhizoctonia e Fusaium spp.), dal controllo delle erbe infestanti e dall’aumento di disponibilità di azoto per effetto della mineralizzazione della sostanza organica (Wilhelm e Paulus, 1980).
In attuazione del protocollo di Montreal la Comunità Europea ha adottato nel giugno del 1994 il Regolamento CEE 3093/94 abrogato dal Regolamento CE 2037/2000 per il controllo delle sostanze dannose per la fascia d’ozono. Tale provvedimento prevedeva la riduzione a tappe fino alla definitiva cessazione delle produzioni e dei consumi delle sostanze dannose per la fascia d’ozono, anticipando le date di scadenza previste dal Protocollo di Montreal.
Proprio questo importante regolamento ha portato alla totale impossibilità d’utilizzo di bromuro di metile a partire dal 1 gennaio 2005 rendendo così necessario individuare prodotti diversi che potessero sostituirlo nella lotta chimica.
In alternativa si è andato sempre più affermando l’utilizzo del 1-3 Dicloropropene, ad azione nematocida, e della cloropropina, ad azione fungicida ed erbicida. Queste due molecole presentano effetti positivi sia iniettati direttamente nel terreno sia facendo ricorso all’innovativa tecnica del “drip fumigation” che prevede la loro distribuzione in emulsione con acqua attraverso manichette poste sotto il film plastico pacciamante le prode (Porter et al, 2004).
Svolge un'azione nematocida in grado di combattere sia le forme libere di fitofagi che quelle contenute in cisti. E' utilizzato in pre-semina come sterilizzante dei terreni ed è molto efficace anche contro la "stanchezza" del terreno per il reimpianto di alcune colture. Affinché il trattamento fornisca i migliori risultati, il terreno deve essere il più possibile sminuzzato, sufficientemente umido e con temperatura compresa fra i 15 e 30° C. Viene applicato mediante palo iniettore su terreno già lavorato e privo di colture utili, 15-20 giorni prima della semina o dell'impianto della coltura. I terreni torbosi trattati in autunno, possono essere seminati solo nella tarda primavera.
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