Le patate piacciono in qualunque modo: lesse, arrosto, fritte oppure trasformate in crocchette o purè. Di certo, le patate bacate non sono invece gradite da alcuno, tranne ovviamente dagli elateridi, alias ferretti, che a quanto pare le apprezzano molto anche da crude, consumandole direttamente in campo.
Questi fitofagi terricoli perforano infatti i tuberi, rendendoli non più commercializzabili e nel 2022 hanno devastato le produzioni di patate emiliano romagnole. Ciò stando a una lettera inviata da Coldiretti all'assessore all'Agricoltura regionale Alessio Mammi, per chiedere risarcimenti ai produttori di patate a fronte di danni pari a circa il 35% delle produzioni regionali.
Coldiretti definisce infatti "esponenziale" l'aumento dei casi e dei danni, rendendo l'attività agricola stessa poco sostenibile.
Ciò che appare ancor più drammatico, però, è che la devastazione delle patate da parte degli elateridi non è affatto uno scoop giornalistico. Il problema elateridi era infatti già stato denunciato su AgroNotizie nel novembre 2021, quando a lamentare gravi danni erano stati i pataticoltori del Piemonte, con analoghe percentuali di danno a quelle segnalate in Emilia Romagna. Per giunta in crescita negli anni.
Per esempio, in provincia di Alessandria sarebbero saliti dal 15-30% del 2017 al 25-40% del 2018, proseguendo poi con il 30-60% nel 2019 e il 45-80% nel 2020. Fino al drastico 90% del 2021.
Ancor prima, nel 2019, fu Agrioltrepo di Voghera a organizzare un evento incentrato sul problema patate-elateridi, visto che i danni rilevati nei campi arrivavano spesso a superare il 50%. Ciò, stando ai produttori, a causa dell'inefficacia dei pochi geoinsetticidi rimasti a disposizione dopo il bando dei granulari a base di esteri fosforici.
A proposito di geoinsetticidi granulari, nel 2011 era stato anche lanciato Santana, microgranulare contenente clothianidin, salvo poi finire anch'esso nel dimenticatoio nel volgere di un paio di anni per l'annosa questione delle api. Allora la coltura che se ne avvantaggiò fu il mais, ma averlo oggi su patata potrebbe essere una manna. Praticamente un sogno proibito.
Ormai ai pataticoltori sono rimasti solo 18 prodotti utilizzabili su patata contro gli elateridi. Di questi, due sono a base di cipermetrina, 11 contengono teflutrina, due lambda cialotrina. Ovvero, 15 autorizzazioni su 18 sono piretroidi.
Gli agricoltori che seguono i disciplinari del biologico, ma non solo loro ovviamente, possono invece utilizzare spinosad e il fungo entomoparassita Beauveria bassiana. Poi, ma solo in deroga dal 17 febbraio al 16 giugno 2021, sarebbe stato autorizzato anche Attracap, contenente il fungo Metarhizium brunneum Cb15-III. Ciò stando a una comunicazione di Coldiretti che però non risulta nella pagina del Ministero dedicata proprio alle autorizzazioni in deroga per quell'anno.
Risultano invece Oikos, a base di azadiractina, che fu utilizzabile dal 3 marzo fino al 30 giugno 2021, nonché Naturalis, contenente Beauveria bassiana, derogato dal 7 maggio ai primi di settembre 2021 e ora definitivamente autorizzato su patata contro eletaridi.
Sempre stando al Ministero della Salute, nessuna richiesta di deroga contro gli elateridi della patata risulterebbe invece nel 2022. Come si suol dire nei libri gialli: il mistero s'infittisce.
Dal punto di vista agronomico, alcuni risultati si possono ottenere tramite la biofumigazione, utilizzando brassicaceae da trinciare e interrare quando abbiano raggiunto il pieno sviluppo. Una volta nel suolo i residui vegetali liberano infatti isotiocianati, sostanze che interferiscono con le larve degli elateridi grazie anche all'azione repellente.
Anche le rotazioni, ovviamente, aiutano. A patto di non seminare specie anch'esse appetite dagli elateridi come per esempio il mais, ma non solo. Gli elateridi sono infatti in grado di attaccare numerose specie vegetali, sia spontanee, sia coltivate. Non disdegnano infatti né i cereali vernini e primaverili, né prati stabili, erba medica, barbabietola da zucchero, cipolla e girasole.
Per la stagione 2023 si aspettano quindi soluzioni nuove, magari attraverso richieste di deroghe per sostanze attive efficaci contro gli elateridi ma non ancora autorizzate in tal senso.
Ben si comprende come il mercato pataticolo sia in fondo troppo piccolo dal punto di vista dei soli elateridi per investire nello sviluppo di specifici formulati microgranulari. Ciò anche nel caso in commercio se ne siano lanciati alcuni con altre formulazioni. Un solo trattamento al momento della messa a dimora, in effetti, non è che possa far vendere chissà quanto prodotto e con chissà quali marginalità.
Il problema sta però divenendo sempre più grave, consigliando quindi una maggiore flessibilità, sia nell'impegno delle aziende del settore, sia delle autorità preposte. E il risarcimento a danno ormai avvenuto, come chiede Coldiretti, non è una soluzione, bensì un problema nel problema. A meno di accettare le patate bacate al posto di quelle lesse, arrosto, fritte...
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