L'obiettivo del workshop è quello di fornire al mondo agricolo, industriale, accademico e istituzionale un aggiornamento pratico su sostanze, tecniche e prodotti ad oggi utilizzabili nell'ambito della bioprotezione.
La giornata inizierà con i saluti di Andrea Segrè, presidente della Fem e di Floriano Mazzini del servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna.
Successivamente si entrerà nel vivo della quarta edizione con i dialoghi sulla bioprotezione tenuti da Ilaria Pertot, direttrice del Centro agricoltura alimenti ambiente e da Vittorio Veronelli.
Seguirà l'intervento "Il libro bianco Ibma tenuto da Isabelle Pinzauti di Ibma global e "Bioprotezione banca dati Fibl-Federbio in agricoltura biologica dove a parlare sarà il presidente di Federbio Paolo Carnemolla.
Nel pomeriggio seguiranno approfondimenti tecnici sui mezzi di bioprotezione in Italia. In particolare si parlerà di vite, fruttiferi, orticole e colture estensive.
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(fonte: © Ibma Italia)
Ma esattamente cosa è la bioprotezione? A spiegarlo è proprio il presidente di Ibma Italia Vittorio Veronelli.
"Bioprotezione". Il prefisso Bio fa riferimento a tecniche o mezzi per la difesa di tipo biologico o assimilati tali. Questi mezzi sono in larga maggioranza impiegabili sia per una difesa integrata, sia in agricoltura biologica.
Quali sono le categorie di prodotti che già oggi un agricoltore può impiegare in per impostare una efficace strategia di difesa?
"I mezzi di bioprotezione sono stati nel tempo classificati in quattro gruppi: macro-organismi, micro-organismi, semiochimci e botanici o minerali.
I primi riassumono il più tradizionale approccio del controllo biologico che fa ricorso all'utilizzo di organismi viventi che ne controllano altri attraverso varie la loro predazione o parassitizzazione. I secondi riassumono tutte le forme di microrganismi benefici (batteri e virus, ma non solo) che risultano specificatamente letali per determinate specie di insetti nocivi e in alcuni casi di patogeni. I semiochimici sono invece una grande famiglia di composti chimici esistenti in natura che hanno funzioni specifiche e spesso uniche per le specie vegetali ed animali che li producono, tra queste la funzione di guida agli accoppiamenti riproduttivi o di aggregazione o di alimentazione. Questi sono tipicamente riprodotti artificialmente in copie identiche ed utilizzati per interferire nelle funzioni biologiche delle avversità. Da ultimo, il gruppo più numeroso che riunisce tutti gli estratti di origine botanica o i minerali di vario tipo e genere".
Quali direzioni sono prese dalla ricerca nel campo del biocontrollo?
"Oggi per tutte le categorie di mezzi si assiste ad un notevole aumento di studi e ricerche. Forse sono proprio i microorganismi il gruppo oggi più attivamente investigato dalla ricerca al fine di selezionare specie e ceppi specificamente attivi sulle avversità. Al secondo posto si posizionano certamente gli estratti, anche se gli aspetti autorizzativi per questi prodotti sono tra i più complessi ed economicamente esigenti. Purtroppo molto spesso i ricercatori sottovalutano gli aspetti regolatori e si trovano ad affrontarli solo quando propongono all'industria i risultati del loro lavoro con il rischio di vedere vanificati i loro sforzi. Anche per il gruppo dei semiochimici la ricerca è in notevole fermento, da un lato grazie al fatto che il loro utilizzo è diventato una colonna portante irrinunciabile in diverse coltivazioni, dall'altro grazie alle nuove tecnologie di identificazione e ai nuovi studi di entomologia sui diversi insetti i quali stanno anche portando in evidenza metodi di comunicazione fisica (vibrazioni) anch'essi sfruttabili per un controllo biologico. Forse sono propri i capostipiti della bioprotezione a soffrire maggiormente oggi di una carenza di ricerca, prevalentemente dovuta alle rigide regole di controllo delle specie aliene che non sempre paiono giustificate".
Quali nuove soluzioni potrebbero porre le basi per un approccio innovativo alla definizione di linee tecniche di difesa nel prossimo futuro?
"Il biocontrollo si basa sull'utilizzo dei mezzi tecnici sopracitati, ma si avvale anche di strumenti sofisticati e tecniche moderne finalizzate alla riduzione dell'impiego della chimica di sintesi in agricoltura.
Ne sono un esempio il trattamento delle sementi con microrganismi per la difesa e stimolazione della crescita della pianta, l'impiego di trappole più efficienti per attrarre insetti con fonti luminose, l'utilizzo in campo di sofisticati diffusori di feromoni e kairomoni, l'applicazione localizzata dei prodotti mediante l'utilizzo di tecnologie di precisione, l'uso di droni per la dispersione di insetti utili. Un utile contributo sarà inoltre fornito dal monitoraggio intensivo di parassiti e malattie con nuovi modelli informatici e l'impiego di modelli previsionali per proposte di intervento da parte dell'agricoltore".
E' facile usare mezzi tecnici per la bioprotezione? Sono richieste particolari accortezze al fine di rendere efficace una strategia di difesa che li contempli?
"Indubbiamente si tratta di mezzi tecnici che prevedono un'adeguata competenza per il loro corretto utilizzo. Molto è stato fatto dalle aziende per quanto la messa a punto di formulati stabili e di facile applicazione e le etichette che accompagnano questi prodotti già riportano le condizioni per un adeguato stoccaggio, trasporto e manipolazione.
Volendo porre l'accento sulle accortezze da seguire per ottenere i migliori risultati si sottolinea il fatto che si tratta di prodotti generalmente ad azione preventiva e che pertanto occorre trattare quando la pressione della malattia/della infestazione è bassa, di effettuare i trattamenti nelle ore fresche della giornata e di accertarsi sulla compatibilità con le convenzionali strategie di difesa in atto. Un ulteriore aspetto da tenere sotto controllo è la verifica della shelf-life dei prodotti e la conseguente necessità di tenerli custoditi in aree adeguate. Inoltre, per gli insetti utili ed i nematodi entomoprotettori è determinante l'aspetto legato alla logistica in quanto devono pervenire il più rapidamente possibile e nelle migliori condizioni presso il luogo del loro impiego. Anche in questo caso, il lancio deve avvenire in tempi precoci cioè prima che l'infestazione del parassita sia irrimediabilmente sviluppata".
Quali sono i trend riscontrabili negli altri paesi europei? Nel bacino del mediterraneo, in condizioni pedoclimatiche assimilabili alle nostre, vi sono casi esemplari di colture in cui l'approccio della bioprotezione ha dato risultati incoraggianti?
"Con un valore mondiale di circa 3,36 miliardi di dollari nel 2016, il controllo biologico costituisce ancora una parte ridotta del mercato globale dei prodotti per la protezione delle colture: circa il 5%. Questo segmento sta tuttavia crescendo ovunque con un tasso (CAGR) del 17,4% che si prevede continuerà almeno fino al 2022; a quel punto si ritiene che il mercato raggiungerà un valore stimato attorno agli 8,82 miliardi di dollari. In Italia il mercato dei prodotti per la bioprotezione si attesta tra gli 80/90 milioni di euro, che rispetto al mercato complessivo dei prodotti per la difesa, corrisponde a circa l'8%. Tuttavia il mercato del controllo biologico continuerà inevitabilmente a crescere, spinto da molteplici fattori tra cui la sempre più stretta regolamentazione sulle sostanze attive tradizionali, le problematiche legate alle resistenze e alla richiesta del mercato di disporre alimenti privi di residui, non da ultimo, da spinte politiche e sociali".
Anadiag, Biogard, Corteva, Sourcon Paden e Sumitomo Chemical Italia sono main sponsor dell'evento.
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